« Tokyo / un tranquillo grande casino »

2 settembre 2006 @ 19:23 sky is filled with neon
the buildings stand electric
and almost seem to glow

Tokyo, 11 milioni di persone che salgono a 32 se si contano i sobborghi (o the greater Tokyo, come la chiamano li).

Dopo attente meditazioni, condotte per passare le 12 ore di aereo del ritorno, ho deciso che la descrizione di questa megalopoli può essere chiusa nelle due parole tranquillo casino.

La gente di sera, per le strade di GinzaSi, perchè la cosa che stupisce di più di questa città è che nonostante le orde di colletti bianchi nelle metropolitane, le ondate di studentesse in divisa, la gente che va a shopping, la gente che va a casa, la gente che sale sul treno, la gente che scende dal treno tutto si svolge in assoluto ordine.

In 6 giorni non ho sentito nessuno che gridava nella metro, nessun clacson per la strada, nessun ubriaco o compagnia rumorosa. Ho contato numero 2 barboni, tranquillissimi ed affabili pure loro.

Segnali di non-fumo per le strade di TokyoIn strada nessuno fuma. Va tutto al contrario. Fuma nei locali, fuma in stazione, fuma sulle banchine mentre aspetti il treno (se non è ora di punta) ma non fumare mentre cammini che è sconveniente. Per i tabagisti accaniti, la compresiva Tokyo offre numerosi angolini per fumatori in cui possono sfogarsi. E soprattutto possono buttare la cicca quando hanno finito.

Perchè a Tokyo (e in Giappone in generale) c’è un piccolo problema. Non esistono i cestini. Il mozzicone, la bottiglietta d’acqua, la carta dell’onigiri che ti sei sbafato mangiala, bruciala, disatomizzala ma non sperare di buttarla in un cestino.

Una simpatica Giapponese sfoga il suo vizio nel preposto spazioPer terra proprio sognatelo. Indicibili punizioni sociali devono abbattersi su coloro che buttano la monnezza per strada, perchè per terra non si vede un’ombra di resto di attività umana. Il nostro consueto scenario fatto di pacchetti di marlboro, cartaccie, lattine e filtri è inspiegabilmente assente. Solo le foglie sono ammesse, probabilmente perchè non si può spiegare agli alberi che non devono lasciarle cadere sul selciato.

Le macchine si fermano ai semafori quando è rosso, partono quando è verde, stanno in una coda perfetta. Mai visto tentare l’imbucata, il sorpasso assassino, l’invasione della corsia, lo scippo al giallo. Il limite è a 50. Vanno a 50, ne più ne meno.
Ci sono pochissime moto. Quello che ti fa capire come girano le cose qui è vederle al semaforo rosso. Si fermano dove sono. Yes, niente taglio della colonna, buonini come se fossero in macchina. (conclusione: la moto a Tokyo non è un mezzo per muoversi in fretta, è uno status symbol. Se ce l’hai è perchè vuoi fare il figo.)
Dopo un rapido calcolo scopro che le macchine private sono pochissime. Se togli i taxi ed i mezzi d’opera rimangono meno della metà dei mezzi che circolano.
Ho scoperto in seguito come hanno fatto i Giapponesi ad eliminare il problema del trasporto privato. Per comprarti una macchina devi presentarti al concessionario con un certificato comprovante che hai un posto tuo dove parcheggiarla. Se non ce l’hai, niente macchina. I posti macchina , in una città dove non c’è spazio, costano un boato. Aggiunta una rete di trasporti pubblici da antologia, i giapponesi di Tokyo hanno concluso che un macchina non gli serve.

Esemplare di cicala Giapponese, di grandezza standard. Frinisce a livelli insopportabili, specie di notteIl maggior casino a Tokyo è dato dalle cicale Giapponesi. Oddio, non so se queste bestie siano davvero cicale. So solo che peseranno qualche etto l’una, friniscono a 120 decibel e sono la maggior fonte di rumore in città. Simpaticamente i giappi si sono dotati di vetri doppi, onde tenere fuori le insopportabili almeno di notte.

Di notte Tokyo si accende al neon. Ginza, Asakusa, Shibuya, Shinjuku, Tokyo e Roppongi cominciano a brillare.
La gente continua a sciamare, verso lo shopping e il divertimento. Le strade si animano ma sembre con quel velo di misura e di compostezza tipica del Giappone.
Si vedono in giro colletti bianchi che tornano stanchi alle loro case o che vanno in qualche caffè a bersi una birra coi colleghi, giovani coi capelli tinti che tentano di staccarsi dalla tradizione, ragazze che parlano al cellulare, coppiette (se proprio vogliono osare si tengono anche per mano) e turisti interni che ammirano la capitale.

La vista notturan di Tokyo dalla Mori tower di RoppongiLa Tokyo di notte è la Tokyo migliore. Il senso di sicurezza che ti trasmette ti fa venir voglia di passeggiare all’infinito. Le viuzze non fanno mai paura, le metropolitane non mettono apprensione, i giovinastri coi capelli a punta sono simpatici e cortesi come gli altri.
Puoi salire sulla Mori tower a Roppongi, e guardarti la citta che continua a girare nel suo tranquillo casino.

9 commenti a “Tokyo / un tranquillo grande casino”

  1. Gilthas ha detto:
    2 settembre 2006 alle 21:10

    1) ti odio
    2) ti odio
    3) ti odio
    4) grazie per la cartolina 😉
    5) ti ho già detto che ti odio?

  2. #6 ha detto:
    3 settembre 2006 alle 11:33

    E le moto le vendono tutte a noi?

  3. Gerry ha detto:
    3 settembre 2006 alle 13:40

    All’apparenza si. E’ una delle stupefazioni del turista occidentale.

    Un produttore automobilistico e soprattutto motociclistico di livello mondiale che sembra non avere un mercato interno.

    Ci sono giro un sacco di vecchissimi Honda cub.

    Alcuni scooteroni, quasi tutti con lo scarico modificato (tipo tamarroland).

    Per il resto vecchie 4 cilindri naked e qualche custom.

    Giusto: tanto moto parecchio datate, di missili stradali di ultima generazione non ne ho visti.

  4. sacherfire ha detto:
    5 settembre 2006 alle 19:20

    Vedi, saggi i giappo sulle moto, altro che gli scuteristi di casa nostra ;-P
    E dimmi, Gerry-san, che si dice sul fronte occidentale? Sì, insomma: cioccolato giapponese? Esiste, è mangiabile, ha vita propria? E altre prelibatezze? (Please, evita il sushi).
    Bentornato! :)

  5. Gerry ha detto:
    5 settembre 2006 alle 20:08

    Faceva troppo caldo per il cioccolato, comunque a occhio non mi sembravano dei cultori.

    Parlare di prelibatezze evitando il sushi è un bestemmia. Della cucina parlerò in seguito.

  6. MASSY ha detto:
    18 aprile 2007 alle 19:48

    Invidia,invidia,invidia ed ancora invidia!!!Voglio anch’io andare in giappone.l’unica menata forse è la lingua.
    Devo rispolverare il mio inglese!Imparare il giapponese è improbabile…Cmq vallo a raccontare giù a Napoli come è Tokyo!
    Chè lì si ke han tanto da imparare…Sarebbe bello se l’italia prendesse il giappone come modello.Mamma mia sto sognando…………………………………..chissà com’è andare a puttane in giappone……. ;-D

  7. elpis ha detto:
    27 aprile 2008 alle 20:07

    ah, se anch’io abitassi in Giappone…

  8. elpis ha detto:
    27 aprile 2008 alle 20:08

    specie per le ragazze e la cioccolata…

  9. Marco ha detto:
    14 settembre 2008 alle 20:43

    ottimo sunto
    oviamente potevi dire anche qualcos’altro: LoveHotel,Yamamba,Hosto,ecc ecc
    ma sarebbe venuto un poema
    :)

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