« Playlist per un giorno di pioggia »

28 novembre 2010 @ 15:35

Raccolta disorganica, casuale, composta senza alcun criterio particolare sull’onda del momento.

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« Curiosità »

14 novembre 2010 @ 14:30 Se smetti di essere curioso, sei bello che morto. (Scent of a Woman)

Per me essere curioso consiste nel *

  • Quando uno ti chiede “andiamo al ristorante Kirgiko?”, pensare “Wow, questo mi manca”
  • Adorare girare per le biblioteche pubbliche perché puoi prendere il primo libro la cui copertina ti ispira un qualsivoglia sentimento
  • Quando sei a cena fuori, prendere sempre qualcosa che non hanno preso i tuoi amici, così puoi provare un piatto in più (Quando ti chiedono “tu cosa prendi?” nella maggior parte dei casi lo fanno perché non hanno la più pallida idea di cosa scegliere. La stretta minoranza dei curiosi lo fa per depennare il piatto dalla lista delle possibilità)
  • Entrare in  una chiesa protestante in California perché hai sentito da fuori il coro gospel, ascoltare il sermone e mettersi a cantare come i Blues Brothers quando vengono illuminati dallo spirito santo
  • Scaricare Colazione da Tiffany perché, insomma, se è così famoso bisogna per forza averlo visto, no? (Vale per un altro centinaio di film e CD)
  • Gli Elio e le Storie tese si sono ispirati agli Earth, Wind & fire? Devo sentire qualcosa degli EW&F allora!
  • Cominciare distrattamente a sfogliare un libro su una bancarella ad una fiera, mentre stai aspettando un amico, e restarne talmente rapito da comprarlo
  • Farsi domande scomode sui linguaggi di programmazione e poi sentirsi obbligato a trovare una risposta
  • Sentire una parola di sfuggita al TG, cercarla su wikipedia e dopo un’ora trovarsi a  scoprire che Leonard Nimoy ha cantato una ballata su Bilbo Baggins (assolutamente non so come ci sono arrivato e dio mi è testimone che non avrei voluto scoprirlo mai!)
  • Entrare diritto in una panetteria di Chinatown a San Francisco (cioè, hai capito, un posto dove non c’è nulla di occidentale, nemmeno i numeri sui cartellini dei prezzi), puntare il dito su una scatola di strani dolci appena fatti, naturalmente senza sapere cosa ci sia dentro, e comprarli.
    (NB: Erano buonissimi, ma non mi è sempre andata bene. A memoria ricordo una volta in cui mi sono dimenticato che lieber in tedesco vuol dire fegato, una volta in cui ho preso dei salsicciotti bolliti di dubbio aspetto e un’altra in cui io e un mio amico stavamo per ordinare lingua e altre frattaglie marinate)
  • Iniziare ad ascoltare i Sigur Ròs perché una canzone che si chiama Viðrar vel til loftárása… beh, insomma, una canzone con un titolo così va ascoltata per forza se si vuole tentare di capirci qualcosa
  • Incominciare a discutere con un ingeniere giapponese sullo shinkansen Hiroshima-Kyoto. Il tema era “nomi degli aeroporti italiani”. Lui ne sapeva più di noi
  • Mettersi a cercare Vajont di Paolini perché una tua amica lo ha nominato e tu ti ricordi di averlo visto una volta ma non abbastanza bene e insomma bisogna rimediare
  • Sentire il tuo vicino di scrivania che ascolta un CD, pensare “hei, ma questo pezzo sembra proprio bello, chissà com’è il resto del disco”. Cercare sulla share finché non trovi il CD che stava ascoltando e copiarlo di nascosto
  • Scrivere questo post e pensare a quanti dei tuoi amici penseranno che non stai bene, che una giornata uggiosa può traviare la mente di chiunque o che semplicemente forse ieri hai bevuto troppo

* Giuro di aver fatto tutte queste cose. Qualche volta mi è andata male, ma in generale non me ne sono certo pentito