« PDM »

5 maggio 2006 @ 13:28

Ho avuto un paio di discussioni accese a seguito di un noto caso di cronaca recente, che ha avuto come risultato l’acuirsi di una certa voglia di forca in Italia.

Sarebbe facile liquidare tutto con un forca is evil, a me invece mi viene da pormi delle domande. Mi son chiesto chi e perchè dovrebbe morire di morte di stato. I perchè che mi sono stati dati sono vari.

Pochi mi hanno dato quella che secondo me è la risposta più sincera: vendetta. Anche solo mascherata da qualcosa d’altro ma sempre una vendetta contro chi perpetra dei crimini fuori da ogni umano perdono.

Molti di più mi risposto con variazioni sul tema : poi va a finire che fra N anni è fuori di galera.

Significa che uno dei desideri più grandi delle persone è che certa gente sia estromessa in modo definitivo dalla società perchè immeritevole. Mentre la più grande paura è che un giorno torni a camminare libero fra di noi.
E l’ergastolo non basta. Anche solo la remota, imbrobabile, impalpabile possibilità che possa tornare libero è come un cancro che rode la mente.

Da qui la PDM, perchè fino a prova contraria l’unico posto da cui è sicuro che non tornerai mai è l’aldilà.


Dall’altro lato c’è la PDM. Angosciante, la definirei in un solo termine.Lo stato la priva del dolore fisico, tentando di farla apparire giusta. Rimane la tortura psicologica, che mi rifiuto di ritenere meno importante.Nei paesi evoluti assume un aspetto che mi ricorda troppo il pozzo ed il pendolo di Poe.
L’obbligo di contare quanto tempo ti rimane da vivere. Dove ogni tic dell’orologio è un secondo in meno mentre la lama del boia si avvicina.

Escludiamo il fatto che c’è chi crede che nessuno se la meriti e chi crede che invece a qualcuno starebbe bene. Diamo per scontato che la seconda ipotesi sia buona.
Rimane un modo orribile di morire, paragonabile ad un assassinio a sangue freddo con le peggiori aggravanti del caso.

Innazitutto io vorrei sapere chi si prenderà la briga di tirare una riga che divida chi se la merita da chi no. Un bambino ucciso a sangue freddo (si)? Un bambino ucciso da un automobilista ubriaco? Un bambino ucciso senza intenzione durante un rapina? Un bambino disabile ucciso da un genitore disperato?

E poi vorrei sapere… se sbagli… se condanni un innocente a tutto questo… di preciso come fai a giustificare il suo martirio?
Di preciso come chiamereste questo? Un tragico errore? O un assassinio? Cosa succede in questo caso?


Queste sono le mie ragionate tesi sul perchè la PDM non è una soluzione accettabile.Rispetto chi vorrebbe (giustamente, aggiungo) certi individui fuori dalla società civile. Probabilmente avete ragione, esiste un limite per cui ad una persona non si può dar più fiducia ne si può accettare un suo pentimento.Ma la PDM è una soluzione peggiore del male che vuole curare.Meglio imparare a convivere con quello che certe persone sono capaci di fare, piuttosto che rischiare di diventare come loro.

2 commenti a “PDM”

  1. sacherfire ha detto:
    5 maggio 2006 alle 23:25

    L’efferatezza di certi delitti mette in forse delle certezze, e cioè che il giudizio del reo sia regolato, mediato, e non sopraffatto dall’emozione. Tutte le ragioni che storicamente hanno portato in molti paesi ad escludere esplicitamente la pena di morte in un colpo svaniscono. E ti viene detto che andrebbe reintrodotta perché, perché…. perché come fa ad esserci una pena proporzionata a certi delitti? Ma questa è una non ragione perché esclude anche il più piccolo barlume di logica. E dimostra ignoranza perché in realtà le pene non sono esattamente proporzionate ai delitti, lo erano quelle previste dalla legge del taglione.
    Ci si dimentica a volte della storia, che è stata anche nostra. Sembra quasi che sono solo gli altri paesi a vivere questa esperienza. E, volutamente o no (e non so cos’è peggio), non si guardano nemmeno a quelle esperienze di pena di morte applicata al giorno d’oggi, perché sono del tutto fallimentari e questo costringerebbe a trovare soluzioni alternative all’idea della morte. Ma per molti è proprio il pensare la cosa più difficile, la morte e la sua realizzazione no, sono idee immediate. Perché certi cosiddetti valori vanno preservati a ogni costo.
    Purtroppo per loro il concetto di delitto grave si è modificato nel tempo, per cambiamenti nella sensibilità, per diversi modi di intendere la parola giustizia. Pensiamo, anche se romanzato dagli western, al furto di cavalli nel far west e all’automatismo della pena di morte per il ladro, automatismo assente in caso di omicidio. Pensiamo all’Inghilterra fino al ‘500: lì i bambini non erano, dal diritto, considerati neanche persone, nessun diritto per loro, eventualmente per il padre che andava risarcito, alla stessa stregua delle sue bestie.

  2. gaia ha detto:
    8 maggio 2006 alle 09:00

    un nostro amico niusgrupparo, mofo-francesco, ha scritto un bel libro sulla pena di morte, intitolato Giustizia è fatta? Lo consiglio, è davvero interessante…
    baci
    g.

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